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Il Velino, 3 gennaio 2011

 

Riporta La Repubblica: “Nuovo anno, ma stesso copione. Sakineh che può cenare una sera con i figli ma minaccia di querelare quanti hanno pubblicizzato il suo caso, il figlio maggiore Sajjad rilasciato su cauzione dopo due mesi di carcere che dichiara la madre colpevole e la magistratura iraniana che apre a un possibile annullamento della condanna alla lapidazione: anche nel 2011 la guerriglia mediatica adottata dal regime di Teheran in risposta alle pressioni internazionali per liberare la vedova iraniana condannata a morte per adulterio e complicità nell’omicidio del marito alterna aperture e intimidazioni. Ad aprire è stato ieri Malek Ajdar Sharifi, responsabile dell’apparato giudiziario della provincia dell’Azerbaijan orientale dove Sakineh è detenuta.
“Tutto è possibile”, ha detto a un giornalista che chiedeva se la sentenza di lapidazione potesse essere annullata senza però precisare se Sakineh rischi tuttora l’impiccagione. Il giorno prima ad accusare la donna era stato proprio il figlio, Sajjad Ghaderzadeh, lo stesso ad avere rivolto accorati appelli alla comunità internazionale. ‘Considero mia madre l’assassina di mio padre insieme a Issa Taheri (il suo presunto complice e amante, ndr)’, ha detto chiedendo però clemenza.
Arrestato il 10 ottobre insieme all’avvocato Hutan Kian e a due giornalisti del domenicale tedesco Bild am Sonntag, Marcus Alfred Rudolf Hellwig e Jens Andreas Koch, sarebbe stato rilasciato il 12 dicembre dopo che - stando alle sue dichiarazioni in conferenza stampa - un parente avrebbe pagato una cauzione di 400 milioni di rial, 40mila dollari.
E contro i due giornalisti tedeschi in carcere da oltre due mesi si è scagliata invece Sakineh, dopo aver avuto il permesso di lasciare il carcere una sera per cenare con i figli a Capodanno. “Ho detto a Sajjad di querelare coloro che hanno disonorato me e il mio Paese”, ha detto riferendosi ai due tedeschi, al suo ex - avvocato Mohammad Mostafaei e a Mina Ahadi del Comitato internazionale contro la lapidazione.
“Voglio dire a coloro che vogliono strumentalizzarmi [...] lasciatemi in pace.
Perché volete disonorarmi?”, ha aggiunto alla presenza di agenti di sicurezza, mentre ai giornalisti non era consentito fare domande. “Sono venuta - ha precisato - dinanzi alle telecamere di mia volontà, ma è difficile, come ha osservato il ministero degli Esteri tedesco, non dubitare delle dichiarazioni di madre e figlio come l’ennesima messa in scena voluta dal governo iraniano. Iniziativa giudicata sorprendente dalla Bild am Sonntag che ieri ha pubblicato un appello a favore dei suoi reporter siglato da un centinaio di personalità, tra cui ministri, sportivi come Michael Schumacher e scrittori come il Nobel Herta Müller”.