sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Piero Sansonetti

 

Il Riformista, 9 dicembre 2010

 

Nei due anni del governo Prodi la sinistra combinò davvero poco. Non riuscì neppure ad avviare le riforme che aveva promesso. Varò una pessima legge sul welfare. Si arenò sulle unioni civili. Tentò, per fortuna inutilmente, di mettere in piedi un decreto contro i Rom. Fece una sola cosa buona (e di sinistra): l’indulto.

Cioè fece prevalere la sua anima garantista (era il 2007, e ancora a sinistra luccicava una minuscola fiammella garantista): ridusse le pene dei carcerati e diede un po’ d’ossigeno alle prigioni, che erano strapiene e dentro le quali i detenuti vivevano in condizioni disumane.
L’indulto aveva due caratteristiche. La prima era quella di essere una legge molto umana. Civilissima. La seconda caratteristica era quella di essere una legge osteggiatissima. Il Parlamento l’approvò a larga maggioranza, grazie alla convergenza tra il Pd, Forza Italia e Rifondazione comunista, ma la stragrande maggioranza della popolazione, dei giornali, delle televisioni e degli intellettuali era contraria.
Veniamo a oggi. Leggo sul Fatto un bell’editoriale intitolato “L’indulto occulto”: è una requisitoria feroce contro il provvedimento (votato in questi giorni da Pdl e Lega) che permette ai detenuti che devono scontare solo un anno di pena di uscire dal carcere e tornare a casa. A occhio e croce mi pare che con questa legge il centrodestra abbia replicato il “profilo” del centrosinistra: due anni al governo senza fare nulla, tranne una cosa buona: l’indultino, come lo chiama Il Fatto.
L’editoriale è firmato da Marco Travaglio, dunque è “ufficiale”, più che autorevole. Ne trascrivo poche frasi: “Un bell’indultino mascherato che farà uscire dal carcere migliaia di delinquenti... insomma, per finire dentro bisogna proprio fare una strage... usciranno chi dice 2mila chi 5mila chi 12mila carcerati su 70mila... e questa scarcerazione li porterà a tornare a delinquere, con un aumento dei reati e dell’insicurezza sociale”.
Per un momento tralasciamo di giudicare il linguaggio, che mi ricorda parecchio quello che una volta usavano solo i “missini” o i giornali reazionari della sera, come La Notte. Vediamo la sostanza. Primo: per andare dentro bisognerà fare una strage. Non è così, anche perché mi risulta, a dire il vero, che in Italia le stragi sono rimaste tutte impunite... per andare dentro basterà essere immigrato irregolare, e magari avere compiuto un piccolo furto, o essere stato beccato con qualche grammo di droga in tasca. Le cifre ci dicono questo: la maggioranza schiacciante dei detenuti sono accusati di piccolissime “illegalità”. Non è questione di ideologia, stavolta: di dati.
Secondo: torneranno a delinquere. Cito ancora un dato: la percentuale di recidiva (a due anni dalla scarcerazione) per gli ex detenuti che hanno ottenuto l’indulto nel 2007, è di cinque volte inferiore alla percentuale media di recidiva dei detenuti scarcerati al termine regolare della pena. Dunque la grande preoccupazione di Travaglio per le nostre città insicure è infondato. Del resto, sia il centrodestra sia il centrosinistra hanno sempre speculato sull’idea che in Italia l’insicurezza sia crescente. Ma tutte le fonti ufficiali ci dicono che mai, mai nella storia, il tasso di criminalità è stato, in Occidente, così basso e così costantemente in calo.
Nell’ultima parte dell’articolo, Travaglio se la prende con la Lega, e cita delle frasi - effettivamente molto “leghiste” - pronunciate qualche anno fa dal ministro Calderoli. Diceva Calderoli: “Chiedo al ministro di venire in Parlamento a riferire sui reati commessi in futuro da quanti verranno scarcerati grazie a questo squallido indulto mascherato. Le recidive saranno molte, ed è giusto che il popolo lo sappia”. A me però viene spontanea una domanda: perché Marco si indigna tanto per queste frasi di Calderoli? Non sono forse identiche alle frasi scritte da lui stesso appena trenta righe prima? E poi una seconda domanda: ma perché Il Fatto è considerato un giornale di sinistra, anzi, molto di sinistra - insieme a Repubblica e all’Unità è il giornale più letto dal popolo della sinistra - se poi assomiglia così tanto alla Padania?