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Ansa, 9 dicembre 2010

 

Per le sovraffollate carceri italiane sarà una boccata d’ossigeno che, seppure minima, potrà rivelarsi vitale per la tenuta di un sistema (69.155 detenuti contro 44.874 posti regolamentari) sull’orlo del collasso: il cosiddetto ddl svuota-carceri, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di lunedì, entrerà in vigore il prossimo 16 dicembre e consentirà a circa 5-6mila detenuti (su una platea di circa 9.600 possibili beneficiari) di scontare l’ultimo anno di pena in detenzione domiciliare.
Per Franco Ionta, capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), si tratta di una misura saggia e di equilibrio e che, soprattutto, non comporterà una immissione in libertà tout court”. Insomma, è tutt’altra storia rispetto all’indulto. Innanzitutto il beneficio non è automatico ma sarà il magistrato di sorveglianza a decidere, caso per caso, se il detenuto ha i requisiti necessari (sono esclusi i condannati per reati gravi come terrorismo, criminalità organizzata, omicidio volontario etc., nonché i delinquenti professionali, abituali o per tendenza). Inoltre - fa notare Ionta - sono previsti controlli di polizia su chi sconterà ai domiciliari l’ultimo anno, e pene severe (da uno a tre anni, ndr.), anche superiori a quelle previste per l’evasione dal carcere (da 6 mesi a un anno, ndr.).
In previsione del varo del ddl, il Dap ha provveduto, la scorsa estate, a preparare i dossier di ciascuno dei 9.600 possibili beneficiari. Che, realisticamente, dovrebbero scendere a 5-6mila. Ora spetterà agli uffici dell’esecuzione penale esterna individuare l’effettività del domicilio dichiarato dal detenuto, e il magistrato di sorveglianza ne valuterà l’idoneità. Così da escludere, per esempio, che un condannato per maltrattamenti sulla moglie possa scontare l’ultimo anno pena nella stessa abitazione.
Il principale “nodo” da sciogliere sarà quello dei detenuti stranieri: ad accedere al beneficio potrebbero essere in teoria circa 4.500 sui 9.600 totali, ma più difficile sarà stabilire quale sia il loro domicilio. Su questo fronte si punta al coinvolgimento di enti locali, associazioni di volontariato o ecclesiastiche affinché mettano a disposizione strutture dove ospitare in detenzione domiciliare gli stranieri.
Ma il ddl svuota-carceri, assieme all’assunzione dei poliziotti penitenziari, è uno dei tre pilastri del cosiddetto piano carceri del governo. Il principale, relativo alla costruzione dei nuove carceri, lo sta portando avanti Ionta, il cui mandato di commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria scade il prossimo 31 dicembre. L’obiettivo è costruire entro il 2102 20 nuovi padiglioni in altrettanti vecchi istituti e 11 nuove carceri, per un totale di 660milioni di euro di cui 500 milioni provenienti dalla finanziaria 2010 e i rimanenti dai capitoli di bilancio ordinario del Dap e dalla Cassa delle ammende. Avviate le intese con gli enti locali, le prime gare di appalto per i nuovi padiglioni partiranno nel 2011.