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Il Centro, 9 dicembre 2010

 

Dopo il carcere, la burocrazia: alcuni ex detenuti, scontata la pena, non possono accedere ai benefici comunali perché ufficialmente non residenti in città. Il vice sindaco e assessore ai servizi sociali Enea Di Ianni annuncia interventi mirati e auspica maggior attenzione al problema da parte della Regione.
Il fenomeno degli ex detenuti che decidono di stabilirsi in città per rifarsi una vita, negli ultimi anni è in aumento. In molti, però, dopo essere usciti dal super carcere, non sanno dove andare e bussano alle porte delle associazioni di volontariato ma soprattutto del Comune. “I casi affidati ai servizi sociali sono in aumento” sostiene Di Ianni “due si sono registrati soltanto nell’ultimo mese”.
Il Comune potrebbe erogare benefici, una sistemazione abitativa temporanea e sostegno ma poi la burocrazia chiude ogni porta e spegne le aspettative di una vita migliore. Gli ex detenuti, infatti, sono quasi tutti residenti in altri comuni d’Italia e, tecnicamente, il Comune può sostenere soltanto i suoi residenti. “Più volte” riprende il vice sindaco “ci siamo attivati con la Prefettura e altre istituzioni cercando di risolvere i loro problemi, ma servono interventi concreti e mirati perché non si può liquidare una persona, in questo caso un ex detenuto che non sa dove andare, dicendo che non può accedere ai benefici perché non residente a Sulmona”. Chi esce dal carcere di via Lamaccio ha alle spalle pene detentive abbastanza lunghe, spesso non ha più legami familiari.