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Il Tirreno, 9 dicembre 2010

 

Si è tenuta oggi la cerimonia di inaugurazione del ristrutturato carcere minorile femminile di via IV Novembre, alla presenza del ministro della Giustizia, Angelino Alfano e dei dirigenti dei carceri minorili dipendenti dalla Corte di Appello di Torino, competente per territorio. Si conclude così l’iter di un struttura carceraria che era nata come Casa mandamentale per ospitava i detenuti a disposizione del pretore di Pontremoli, e che nel tempo è stata successivamente trasformata in casa circondariale per carcerati tenuti a disposizione di ogni attività giudiziaria del tribunale.
Questo però fino all’inizio degli anni Novanta quando il carcere di Pontremoli si era dimostrato di non possedere tutti i requisiti tali da poterlo definire “a prova di evasione”, infatti un pomeriggio di pioggia un detenuto era riuscito a fuggire scavalcando il muro di cinta. Nel 1993, il ministero della Giustizia decise che il carcere di Pontremoli fosse trasformato in complesso femminile: pertanto era stato ristrutturato per potere accogliere fino a 30 detenute che dovevano scontare brevi periodi di pena. Per una dozzina di anni il carcere di via IV Novembre è stato in piena attività.
Ma dagli anni Duemila ogni volta che una detenuta veniva rimessa in libertà il suo posto non veniva occupato e così in poco tempo il carcere si era andato svuotando, tanto nel 2006 si era verificato lo stridente contrasto di un carcere funzionante a pieno organico di impiegati e guardie carcerarie ma con le celle vuote. E mentre nel Paese si parla ogni giorno di carceri sovraffollate, la stampa continuava a sciorinare i dati riferiti a istituti di pena iniziati e mai completati, in questo elenco il carcere di Pontremoli figurava come funzionante ma con tutte le celle vuote.
E così le guardie carcerarie sono state ridotte, e la struttura è rimasta in stand-by. Le pressioni eserciate sul Ministero da parte di tutte le forze politiche pontremolesi hanno sortito l’effetto giusto: il ministro Alfano ha dato il placet per il riutilizzo ottimale della struttura carceraria di Pontremoli in quanto il carcere minorile femminile di Deiva Marina non è stato ritenuto ulteriormente agibile perché bisognoso di rifacimento strutturale.
La prova lampante che il problema del carcere era in via di risoluzione si è avuta il 5 ottobre scorso quando il dottor Pappalardo, responsabile del dipartimento giustizia dei minori di Torino, accompagnato dalla dottoressa Maura Lorenzini, dei servizi sociali del tribunale dei minori di Genova, ha fatto visita al carcere femminile di Pontremoli. In quell’occasione il dottor Pappalardo e la dottoressa Lorenzini avevano incontrato il sindaco Franco Gussoni e i rappresentanti delle associazioni di volontariato disponibili a prestare la loro opera di sostegno per le giovani detenute per poterle reinserire a pieno titolo nella società al termine del loro percorso riabilitativo.