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di Adriano Sofri

Il Foglio, 29 ottobre 2010

Il sostituto procuratore di Firenze Giuseppe Bianco ha aperto un’indagine “esplorativa” sul carcere di Soliicciano e sull’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo. All’origine dell’indagine sta un esposto della Camera penale fiorentina oltre che le ripetute denunce del Garante per i detenuti sulla condizione di Sollicciano - che al momento dell’esposto, lo scorso giugno, conteneva 957 detenuti contro una capienza regolare dì 476 e una “tollerabile” (tollerabile da chi?) di 760: solo che ieri mattina i detenuti di Sollicciano erano 1020, 544 più della capienza regolare, e 360 più di quella tollerabile (tollerabile da chi?).
E, quanto all’Opg, il manicomio criminale che dovrebbe esser chiuso da tempo, e si limitò a cambiar nome, le sue condizioni intollerabili sono state ennesimamente descritte dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla sanità nazionale guidata dal senatore Ignazio Marino. Mi sono chiesto infinite volte come sia possibile che una illegalità sfrontata come il maltrattamento delle persone in carcere - chiamato tranquillamente “tortura” da alti magistrati in solenni discorsi inaugurali degli anni, anno dopo anno - non venga fatta oggetto delle attenzioni d’ufficio dei magistrati dell’accusa e poi del giudizio, che ne sono fra le maggiori vittime, subito dopo i detenuti e i loro cari, e gli agenti penitenziari e i loro cari. Perché il mestiere di giudicare e condannare è già tremendo, ma quello di giudicare e condannare a finire nei gironi carcerari vigenti è affare di sadici o di disperati. Se i giudici scioperassero perché non sopportano più di passare corpi umani ai birri a Sollicciano o a Montelupo o in una qualunque delle altre galere del reame, farebbero il gesto più umano. Se qualcuno di loro apre un’indagine, sia pure esplorativa, è già qualcosa. A esplorare là dentro, o ci si perde, o si trova.