sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   
Redattore Sociale, 22 settembre 2010

Chiedono il “ripristino della legalità” e l’inserimento in circuiti alternativi per chi è in attesa di giudizio, tossicodipendenti, migranti, madri con figli, psichiatrici e sieropositivi. Domani l’audizione alla Camera delle associazioni.
Le associazioni di volontariato che operano nel carcere hanno convocato per il 24 settembre un sit in a Montecitorio e un’assemblea nazionale per chiedere al governo di affrontare il problema del sovraffollamento e “ristabilire la legalità”. Sono sati anche programmati scioperi nelle carceri. L’iniziativa è promossa da Consulta penitenziaria del comune di Roma, Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, Seac, Ristretti Orizzonti, Arci Nazionale, Cnca, Gruppo Abele, Uisp, Forum Droghe, Consorzio Open, Fondazione Villa Maraini, Lila, Forum nazionale per la tutela della salute dei detenuti e degli internati, Legacoopsociali nazionale.
Ci sarà anche il volontariato di giustizia veneto, in forze, il 24 settembre davanti al Parlamento per chiedere - con le parole del presidente della Conferenza regionale volontariato giustizia, Maurizio Mazzi - “il ripristino della legalità nelle carceri, la revisione delle leggi che incarcerano e la presa in carico di tutte quelle persone che, con differenti problematiche, affollano le celle: tossicodipendenti, alcolisti, malati psichici, immigrati senza permesso di soggiorno”. Una delegazione veneta già oggi si è recata a Roma perché domani parteciperà, insieme alle altre voci dal carcere, all’audizione sulla situazione degli istituti penitenziari in commissione Giustizia della Camera. Dopo tante parole e sollecitazioni il mondo del volontariato, che in Italia conta oltre settemila persone, ha deciso di far sentire la propria voce e le proprie richieste attraverso lo sciopero. Così anche gli istituti penitenziari veneti per un giorno faranno a meno dei volontari: per 24 ore niente accompagnamento, assistenza nel disbrigo di pratiche, niente formazione professionale e scuola, gestione di servizi, attività culturali, ricreative e sportive. Niente reinserimento sociale, ricerca di lavoro per i detenuti in misura alternativa o a fine pena, niente mediazione culturale o sostegno psicologico.
Aderendo allo sciopero, il volontariato veneto chiede “di riconsiderare la necessità di avviare l’iter parlamentare per apportare soluzioni al sovraffollamento rapide e condivise con chi in carcere lavora o opera a titolo di volontariato” riassume Mazzi, che denuncia uno “scarto” tra la realtà carceraria e le leggi “che hanno riempito a dismisura le strutture detentive esistenti”. Si tratta di un gap che “deve essere colmato con la riforma di alcune norme, per risolvere strutturalmente i problemi del sovraffollamento attraverso la scarcerazione e l’inserimento in circuiti alternativi di detenuti in attesa di giudizio, tossicodipendenti, migranti, malati di Aids, madri con figli fino a tre anni, malati psichiatrici, persone detenute affette da gravi patologie”. Se così non fosse, si correrà il rischio di far diventare le carceri italiane “una polveriera come lo furono, per chi ha memoria, quelle di prima della riforma del 1975”. Molti sono i temi caldi all’ordine del giorno, dal Piano carceri al sovraffollamento, dalle misure alternative ai detenuti tossicodipendenti: tutti temi su cui i volontari italiani si propongono di intavolare un dibattito.