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9Colonne, 22 settembre 2010

In un carcere della Repubblica Dominicana è detenuto un cittadino italiano in sciopero della fame e ridotto ormai in condizioni critiche. Il caso è oggetto di una interrogazione al Ministero degli affari esteri, presentata dal deputato di Futuro e Libertà Enzo Raisi. Spiega il deputato che nel paese caraibico “le condizioni di detenzione sarebbero al limite della sopravvivenza, si dormirebbe per terra, verrebbe fornito solo del cibo (scarso) e non l’acqua che dovrebbe essere comprata come ogni altro genere di prima necessità” e che a seguito di ciò il detenuto “A.S. di 57 anni sta facendo lo sciopero della fame per cui è dimagrito 30 chilogrammi, tanto da spingere il direttore del carcere a scrivere una lettera all’ambasciata italiana”.
Nella Repubblica Dominicana sono detenuti in tutto tre cittadini italiani, di cui uno in attesa di giudizio. “I consolati di altri Stati europei - spiega ancora Raisi - provvedono mensilmente a sostenere i loro connazionali detenuti a Santo Domingo con visite periodiche e un sussidio che permette loro di vivere o almeno di comprare lo stretto necessario per la sopravvivenza (il consolato tedesco concede ai suoi connazionali detenuti nella Repubblica Domenicana un sussidio di 7.500 pesos, quello francese 6.500 pesos, quello spagnolo 4.500 pesos” mentre, afferma Raisi, “il consolato italiano non agirebbe in tal senso (basterebbero 6 euro al giorno per provvedere ai bisogni dei tre detenuti) e sembrerebbe lasciare i nostri connazionali in condizioni che non assicurano il rispetto dei fondamentali diritti umani”.