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Gazzetta del Sud, 29 agosto 2010

Si è svolto ieri, presso la prefettura di Foggia, l’incontro tra una delegazione del sindacato autonomo polizia penitenziaria e il prefetto di Foggia Antonio Nunziante, sulla preoccupante situazione sanitaria del penitenziario del capoluogo dauno. A chiedere l’incontro nei giorni scorsi è stato proprio il Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) preoccupato da una situazione sanitaria che oltre a creare enormi problemi al già carente organico della polizia penitenziaria, sta iniziando ad avere ripercussioni anche per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Il Sappe ha illustrato con dati alla mano la situazione degli accompagnamenti presso strutture pubbliche nonché dei ricoveri dei detenuti al prefetto che si è mostrato molto sensibile sull’argomento, considerato che detenuti anche pericolosissimi escono dal carcere per patologie che prima erano curate all’interno del penitenziario. Proprio per questi motivi in Sappe ha chiesto al prefetto di convocare una tavolo tecnico presso la prefettura con dirigenti dell’amministrazione penitenziaria e dell’Asl al fine di trovare un accordo che ridimensioni un fenomeno che come si diceva prima, diventa sempre più preoccupante.
“Alla nostra richiesta - si legge nella nota del Sappe - il prefetto Antonio Nunziante si è detto disponibile, ed ha comunicato che contatterà gli enti preposti affinché si trovi una soluzione che contemperi le esigenze dell’Asl, con quelle di sicurezza dell’amministrazione penitenziaria. Altro tema affrontato riguarda la carenza dell’organico della polizia penitenziaria per cui è stato chiesto al prefetto di voler intercedere presso le competenti autorità di governo affinché si utilizzino i militari per il controllo del muro di cinta così come avviene per le esigenze di ordine pubblico. L’utilizzo dei militari permetterebbe di recuperare personale di polizia penitenziaria da impiegare sia nelle sezioni detentive che per le traduzioni dei detenuti all’esterno del carcere. Anche su questa spinosa questione il prefetto non si è sottratto anche se, ha precisato che secondo l’attuale normativa non è possibile che i militari entrino all’interno del penitenziario per presidiare il muro di cinta. Discorso diverso è invece la possibilità di sorvegliare il carcere con pattuglie esterne al carcere per sorvegliare la struttura situazione per cui, farà un attenta verifica”.
Infine il Sappe ha rappresentato al prefetto la necessità che in questo periodo molto caldo per il carcere di Foggia, almeno nelle ore notturne dalle 24 alle ore 6, non vengano condotti in carcere gli arrestati, poiché in tali ore, proprio a causa della grave carenza di organico, il penitenziario è più sguarnito. “Anche su tale questione - prosegue la nota - il prefetto si è mostrato sensibile ed interessato. Mentre ancora una volta le istituzioni esterne al carcere dimostrano grande attenzione a quello che accade nel carcere di Foggia, dobbiamo registrare il voltafaccia dell’amministrazione penitenziaria di Roma, che a seguito delle proteste di tutti i sindacati che qualche tempo fa furono ricevuti dal prefetto per la carenza di organico, ha risposto che l’organico del penitenziario Foggiano è al completo e non necessitano nuovi arrivi. Purtroppo a Roma hanno dimenticato una cosa molto semplice e cioè che quell’ organico fu costituito per far fronte ad una presenza di 370 detenuti, mentre oggi in media si registra un presenza di circa 750 detenuti nel carcere di Foggia”.