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Ansa, 8 luglio 2010

L’emergenza caldo è davvero un’emergenza quasi senza precedenti in questi giorni nel carcere minorile Beccaria. Lavori in corso, che comportano una riduzione notevole degli spazi tra cui anche la chiusura della piscina, e sovraffollamento rendono il carcere un inferno rovente per i giovanissimi che vi sono rinchiusi. Considerando che sono iniziate anche le ferie degli operatori e che le attività si sono in parte ridotte, passare le giornate a 40 gradi è diventata un’odissea. Parola degli operatori, confermata dal cappellano del carcere don Gino Rigoldi.
“I ragazzi sono una quindicina in più di quello che dovrebbero essere e ogni giorno ne arrivano altri. I lavori è vero tolgono spazi, si sta stretti. Diciamo che la situazione non è al limite, ma di grosso disagio”. In pratica i detenuti sono stipati tutti in un’ala del carcere, mentre la seconda è un cantiere. Don Rigoldi, i volontari, persino le guardie carcerarie fanno del loro meglio perché la pena inflitta a questi giovani non divenga una tortura. “Sono impiegate tutte le forze perché i giovani sono sul depresso, sì”, ammette il cappellano appena uscito dal penitenziario. Già lo scorso 23 aprile ci fu un principio di rivolta dei detenuti, che appiccarono un incendio. Secondo la direttrice del carcere, Daniela Giustiniani, non fu una protesta ma “solo dabbenaggine, cecità e imprudenza”. Rimase solo il sindacato delle guardie a parlare di rivolta per il disagio da sovraffollamento patito dai giovanissimi detenuti. E oggi il loro numero è ulteriormente salito, come la colonnina di mercurio.
Più italiani meno stranieri. Dentro soprattutto per spaccio e reati contro il patrimonio. Negli ultimi tre anni si è assistito a un’inversione di tendenza nel carcere Beccaria e anche nel Centro di prima accoglienza, la struttura adiacente al penitenziario che ospita i minori in stato di fermo o arresto in attesa dell’udienza di convalida per un massimo di 4 giorni. Nel 2009, infatti, dei 324 minori accolti presso il Cpa di Milano il 39% è risultato italiano. Un dato sensibilmente in aumento se si considera che fino al 2006 la percentuale di minori italiani accolti era inferiore al 20%. Stesse percentuali al “Beccaria”. Dei 258 minori entrati nel 2009 nell’Istituto penale per under18, infatti, 132 sono italiani (il 33%), nel 2006 erano meno del 20%.