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Ansa, 25 giugno 2010

“Il sistema carceri è allo sfascio, siamo stanchi del ministro Alfano e del capo del Dap Ionta che isolano la polizia penitenziaria. È meglio andarsene che morire”. Lo dice il segretario del sindacato di polizia Osapp, Leo Beneduci. “Anche se all’apparenza i rapporti apparirebbero più che cordiali - spiega il sindacalista - Alfano si comporta come se Ionta fosse il proprio alter ego politico in ambito penitenziario e per questo di carcere e di polizia penitenziaria non si occupa più da tempo. Inutile sottolineare che Ionta è risultato, in questi due anni, del tutto privo di esperienza e di conoscenze sul campo e che l’amministrazione penitenziaria centrale è oramai nella confusione più competa, e questo significa, oltre a quello che quotidianamente accade nelle carceri ad esempio in termini di aggressioni e suicidi, assoluta assenza di idee e di progetti, tranne quelli meramente edilizi”.
Beneduci critica inoltre “l’abitudine dei membri dell’attuale Governo incontrare soltanto i sindacati consenzienti e serventi e ribadisce l’intenzione dell’Osapp di farsi promotore in sede politica e parlamentare e presso l’opinione pubblica “di ogni iniziativa intesa a favorire il passaggio della polizia penitenziaria, prima che ne sia decretato il completo collasso, dal ministero della Giustizia al ministero dell’Interno”.

Piano improvvisato e senza prevedere agenti

“Non sappiamo chi e come possa definirsi soddisfatto del piano-carceri”. Così il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci, commenta l’approvazione del piano Ionta da parte del Comitato interministeriale di verifica presieduto dal Ministro Alfano.
‘Per far funzionare 20 nuovi padiglioni detentivi occorrono, almeno 800 agenti in più e 2.200 agenti in più per la funzionalità iniziale di 11 istituti, come indicati nel piano, e quindi, almeno 3.000 agenti che non ci sono e non ci saranno - aggiunge Beneduci in una nota - tenuto conto che nell’attuale triennio, la legge finanziaria ne prevede solo 1.850 e, sempre entro il 2012, ne andranno via almeno 2.600.
Ma le perplessità non si esauriscono qui - prosegue l’Osapp - visto che, per la media mensile al momento assai bassa di 600/700 nuovi ingressi in carcere, nel 2011/2012 di detenuti ce ne dovrebbero essere almeno 12.000 in più degli attuali 68.500 e i 9.000 posti previsti dallo stesso piano serviranno solo per l’emergenza”. Infine il sindacato si chiede il perché di così tante te infrastrutture in Sicilia, quando il sovraffollamento e l’esubero di detenuti extracomunitari renderebbe indispensabili tali costruzioni al Centro e al Nord, a meno che non si vogliano concentrare, con grave rischio per la sicurezza, determinate tipologie di ristretti.
L’impressione iniziale, ma speriamo di sbagliarci, è che si tratti di un piano incerto e del tutto improvvisato - conclude Beneduci - che tranne i vantaggi per le imprese di costruzioni e, ci auguriamo, per le maestranze che ci lavorano, porterà più svantaggi per l’utenza e per il personale che benefici, soprattutto in assenza di tutte le altre misure e riforme di cui il carcere abbisogna in Italia, e considerato l’attuale grave degrado dell’istituzione penitenziaria”.