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Famiglia Cristiana, 25 giugno 2010

Nessuno ne parla più. La questione dell’immigrazione nel nostro Paese sembra sparita dall’orizzonte politico dopo gli accordi tra Berlusconi e Gheddafi, che hanno bloccato gli sbarchi. Ma la pressione di chi lascia la propria terra a causa di repressione, guerra e violazione dei diritti umani è ancora molto forte. In Libia, secondo dati della Caritas, sono 450 mila le persone che attendono di partire. È nuove rotte dei trafficanti di uomini si stanno sperimentando, non più attraverso il Mediterraneo, ma da Est, lungo l’antica via dei Balcani. Così, i centri degli immigrati in Friuli scoppiano, mentre in Sicilia sono vuoti e gli operatori della solidarietà senza occupazione.
Eppure il Paese sembra contento. La politica di contrasto funziona, nessuno agita più lo spettro delle “carrette del mare” e degli sbarchi. Ma accade che gli irregolari in Italia siano in aumento. Lo dice una recente ricerca dell’Università Cattolica di Milano: 126 mila in più all’inizio dell’anno. Si arriva con visto turistico a Malpensa o a Fiumicino e si rimane in attesa della prossima sanatoria. Manca una politica dei flussi, che sia più semplice e conveniente allo straniero ma anche all’imprenditore italiano, che di quella manodopera ha bisogno.
In realtà, i provvedimenti finora presi, paradossalmente, più che contrastarla, hanno alimentato l’immigrazione irregolare. E oggi che gli sbarchi sono finiti e gli immigrati sono detenuti nelle prigioni di Gheddafi, sembra che il problema sia stato risolto. Con buona pace della tranquillità e sicurezza della gente. Net Mediterraneo è stato costruito l’ultimo “muro galleggiante”, a impedire il diritto d’asilo a chi ne ha diritto.
L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, nel convegno delle Caritas d’Europa sull’immigrazione dimenticata, la settimana scorsa a Trapani, s’è interrogato su quante persone hanno diritto all’asilo politico tra quelle rinchiuse nelle prigioni del Colonnello libico, che non ha firmato la Convenzione di Ginevra. E col quale ci siamo legati con un forte abbraccio sui respingimenti, che mette a rischio la nostra legalità.
L’immigrato irregolare e in nero è un “fastidio” che si può scacciare come una mosca, ma fa comodo a tutti. Solo un terzo è, ufficialmente, disoccupato; solo pochi, disperati, delinquono. Un sindaco leghista di un paese del Nordest si è rivolto alla Caritas per risolvere in modo “amichevole” il problema della sua badante clandestina e in nero. Paradossi della tolleranza zero.
A Trapani, monsignor Mogavero di Mazara del Vallo ha invocato un “progetto pastorale organico” sui temi dell’immigrazione, che non sia lasciato alla buona volontà dei singoli. Il “Vangelo dell’accoglienza” è stimolo alla politica e alle istituzioni perché non facciano diventare “fantasmi senza diritti” uomini, donne e bambini, solo perché immigrati.