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Il Tirreno, 16 febbraio 2012

 

Iscrizione al centro per l’impiego, percorsi di orientamento e formazione al lavoro. Da oggi, di questi servizi pubblici potrà beneficiarne anche una delle fasce sociali più deboli, ovvero quella dei detenuti. La provincia di Pistoia e la casa circondariale di Santa Caterina in Brana hanno firmato ieri mattina, nei locali di Via Tripoli, un accordo tecnico per i servizi rivolti alla popolazione carceraria.
Un documento che punta ad agevolare il troppo spesso difficile, reinserimento di tutti i detenuti ed ex detenuti nel mondo del lavoro. “L’inserimento nelle liste di collocamento, la possibilità di inserimento nel lavoro una volta usciti, ma anche corsi di formazione dall’interno del carcere - spiega l’assessore provinciale Roberto Fabio Cappellini - Con questo accordo si interviene su una fascia di persone che, una volta conclusa la pena, si troverebbe ad essere una fascia fragilissima del mercato”.
Tre le associazioni di volontariato che operano nel carcere di Pistoia, e oltre venti le cooperative sociali di tipo B presenti sul territorio, e che da anni operano sul reinserimento nel tessuto sociale: “Quello di oggi è un primo passo che gli enti dovevano ai detenuti, ma anche al tessuto associativo che in questi anni ha lavorato in condizioni spesso difficili”, afferma Chiara Innocenti, assessore provinciale alla cultura.
“Una delle difficoltà - spiega Giuseppe Raci, della coop sociale Incontro - è che gli enti pubblici dovrebbero utilizzare di più gli affidamenti diretti dei lavori alle cooperative sociali, e quindi anche Asl e Società della salute, perché lo prevede la legge e faciliterebbe l’ingresso nel lavoro”.
“È importante l’inserimento all’ufficio di collocamento - spiega Antonio Sammartino, della cooperativa sociale “In cammino” - ma lo è altrettanto la possibilità di ottenere la residenza in un comune per un detenuto. Potrebbe così accedere ai servizi che il comune offre, come l’assegnazione di un’assistenza sociale, la presentazione di domande per l’alloggio.
Questo tipo di problema diventa ancora più pressante soprattutto per i detenuti extracomunitari, che oggi rappresentano il 60% della popolazione detenuta a Pistoia”. “Quando è in carcere, un detenuto extracomunitario viene considerato residente sul suolo italiano, mentre appena esce, se non è in possesso di regolare permesso diventa clandestino”, spiega il direttore del carcere di Pistoia, Francesco Ruello.
La casa circondariale pistoiese ospita attualmente 132 detenuti (a fronte di una capienza ufficiale di 74 detenuti), di cui ben 70 stranieri, dei quali la maggior parte senza residenza. Le etnie che affollano di più il carcere sono quelle slave, ma recentemente si è verificato un aumento della presenza nord africana.