sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Viviana Lanza


Il Riformista, 10 febbraio 2022

 

Il sovraffollamento aumenta, gli atti di autolesionismo fra i detenuti sono sempre più frequenti, le criticità strutturali e relative alle risorse non vengono risolte, le tensioni crescono. A Poggioreale, poi, sembrano destinate a diventare insostenibili. Il numero dei detenuti continua ad aumentare: secondo il report ministeriale, ai dati aggiornati al 31 gennaio scorso, nelle carceri della Campania si è arrivati a quota 6.702 detenuti, a fronte di una capienza di 6.113 posti, un dato che fa registrare un trend in crescita considerato che negli ultimi mesi il numero dei reclusi in Campania è mediamente aumentato (a gennaio dello scorso anno si registravano circa 6400 detenuti).

A Poggioreale, nel più grande carcere della regione e di tutta Italia, si è ormai a quota 2.229 reclusi e se si considera che la capienza è di 1.571 posti, basta un rapido calcolo matematico per capire che stiamo parlando di 658 persone in più, per le quali uno spazio lo si può trovare solo limitando gli spazi già limitati a disposizione di tutti gli altri. E di questo passo una cella per quattro diventa una cella per sei e poi per otto e per dodici detenuti. Se non ci fosse un soffitto umido di muffa a stabilire un limite oggettivo si innalzerebbero letti a castello all'infinito. Una condizione che da tempo viene definita invivibile. E ora a mettere il carico su tutto ci si mette anche la polizia penitenziaria. I sindacati hanno annunciato uno stato di agitazione che durerà sessanta giorni. Visto che in questo caso la protesta non riguarda i detenuti considerati "scarto" della società, forse la situazione potrebbe anche essere affrontata con tempi meno biblici. Chissà!

Ma perché protestano gli agenti della polizia penitenziaria a Poggioreale?

Il motivo è sintetizzato in una nota Il motivo è sintetizzato nella nota dei sindacati Osapp, Uil Papp, Sinappe, Uspp, Fns Cisl, Cnpp e FP Cgil che denuncia problemi da risolvere in tempi brevi e relativi in particolare alla necessità di adeguare la pianta organica e garantire un servizio "fluido, efficace e soprattutto in piena sicurezza". Dopo un confronto con il direttore di Poggioreale Carlo Berdini e il comandante di reparto Gaetano Diglio, i sindacati hanno annunciato lo stato di agitazione "nei confronti dell'amministrazione centrale e regionale" dicono, "per giorni 60", "sensibilizzando tali autorità a prendere provvedimenti". Alla base ci sono problemi storici, potremmo dire endemici, che riguardano "posizioni già assunte nel corso delle riunioni sindacali con le strutture penitenziarie di Salerno, Santa Maria Capua Vetere, Carinola e Ariano Irpino". Si fa riferimento a questioni di mobilità interna ordinaria, di organizzazione dei turni di lavoro e di quelli notturni in particolar modo, di gestione dei congedi, e di qualche altra criticità varia.

"La direzione - aggiungono i sindacati - ci ha assicurato che è stata ripristinata l'erogazione dell'acqua calda nella caserma degli agenti, tramite sostituzione del boiler". Il carcere continua a confermarsi microcosmo critico incastonato nel macrocosmo sociale. Dal punto di vista della pandemia, almeno la situazione è in miglioramento. "Scendono a 239 i contagiati da Covid nelle carceri campane - specifica il garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello - Questi numeri consentono di far ripartire le attività, oltre che autorizzare nuovamente l'ingresso in carcere del mondo del volontariato". Nello specifico, oltre ai 136 agenti contagiati, i detenuti positivi sono diventati solo cinque nel carcere di Poggioreale, di cui due ricoverati al Cotugno. A Secondigliano risultano contagiati 36 detenuti, a Santa Maria Capua Vetere 41, ad Avellino 43, a Carinola 56, ad Airola 19, a Pozzuoli 36, a Salerno tre.