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di Angelo Agrippa

 

Corriere del Mezzogiorno, 23 novembre 2021

 

L'ex vice direttore di Poggioreale ucciso per vendetta e l'ultima intervista al boss Nco. Si chiama "La vendetta del boss - l'omicidio di Giuseppe Salvia" (Guida editori) e racconta, con un contributo documentale assolutamente rilevante, la storia dell'ex vice direttore del carcere di Poggioreale che fu ammazzato, su ordine di Raffaele Cutolo, il 14 aprile del 1981: due settimane prima del sequestro dell'allora assessore regionale dc Ciro Cirillo.

Forse questa premessa che connette temporalmente i due avvenimenti spiega già in parte perché l'omicidio di Salvia sia rimasto sepolto così a lungo nella memoria collettiva e istituzionale. Il libro scritto da Antonio Mattone, portavoce della Comunità di Sant'Egidio ed egli stesso volontario nel carcere di Poggioreale, è frutto di oltre cinque anni di ricerche affrontate con instancabile impegno nei polverosi archivi ministeriali, in quelli fuligginosi e abbandonati dell'istituto di pena napoletano, e di implacabile caccia a persone e testimoni che hanno vissuto gli anni bui e insanguinati degli anni '70 e '80 del secolo scorso, in quello stesso mondo dove il trentottenne Salvia si aggirava con mitezza, ma soprattutto nel pieno rispetto delle regole, e per questo fu eliminato. Tanti di quei testimoni ancora oggi si sono rifiutati di raccontare ciò che sanno e hanno custodito in tutto questo tempo (vogliamo sperare per l'impossibilità di liberarsi dagli artigli della colpa affondati nella carne delle loro coscienze) come racconta l'autore in alcune memorabili pagine.

Le ricerche di Mattone - Ma tutto è ripartito una decina di anni fa, quando Mattone - che con la Comunità di Sant'Egidio organizza ogni anno il pranzo di Natale a Poggioreale - riceve la telefonata di uno dei due figli di Salvia, il quale gli chiede di partecipare al pranzo con i detenuti assieme alla mamma, la vedova dell'ex vice direttore. Ed è da quel momento che il racconto si trasforma in Storia, cresce fino a diventare maiuscola, ad imporsi ed a soffiare sulle pagine, gonfiandole di volti e ricordi, di prove e documenti, di domande ancora senza risposte.

Il libro di Mattone contiene in sé una serie di pregevoli e diversi elementi compositivi: accoglie l'ultima intervista-confessione di Raffaele Cutolo, nella quale il boss rivela di essere stato il mandante dell'assassinio di Giuseppe Salvia. Si dipana, inoltre, come meticolosa ricognizione storica nel permeabile mondo carcerario di quegli anni: riflesso di una società slabbrata ed in continua balia di tensioni sociali e violente, nella quale il confine tra legalità e illegalità svaniva nell'opportunismo politico e nel cinismo di buona parte di quella classe dirigente a vocazione parassitaria. Ed è infine un commovente tentativo di strappare all'oblio la memoria dell'ex vice direttore di Poggioreale, di cui lo Stato si è ricordato soltanto pochi anni fa, quando finalmente ha conferito all'istituto di pena il suo nome, e di salvare il valore del suo estremo sacrificio.

Venerdì la presentazione a Milano - Una storia amara e drammatica, identica a quella di tanti martiri civili di quegli anni, uccisi dalla criminalità o dal terrorismo, ma ammazzati una seconda volta dalla neghittosa indolenza delle istituzioni pubbliche e di chi le governava. Venerdì 26 novembre, il libro "La vendetta del boss - L'omicidio di Giuseppe Salvia" sarà presentato a Milano in via Olivetani, 3, presso la Comunità di Sant'Egidio, alla presenza di Lucia Castellano, direttore generale del ministero della Giustizia; di Claudio Salvia, figlio di Giuseppe Salvia; Armando Spataro, già magistrato; e dell'autore, Antonio Mattone. Modera Alessandra Coppola del Corriere della Sera.