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di Dacia Maraini


Corriere della Sera, 23 novembre 2021

 

Sofia, una ragazza italiana raccontava come è entrata in corrispondenza con Mike, un condannato del braccio della morte in America. Si scrivono lettere, sebbene non si conoscano. Ma dalla corrispondenza nasce una amicizia commovente. I due prima sono impacciati, trovandosi così diversi, così lontani, con un destino che va in direzioni opposte.

Ogni critica dovrebbe essere accompagnata da una proposta. Hai individuato il male? allora, subito, cosa proponi come rimedio? È troppo facile criticare a fondo perduto. Tutti vogliamo la libertà, un mondo felice, dove la gente non muore, dove i bambini sono sereni, dove le cose funzionano perfettamente. Ma se il presente non ti soddisfa, dimmi, come lo cambieresti?

Ecco, io vorrei che chi rifiuta i vaccini, mi dicesse con voce serena che cosa proporrebbe di fronte a una malattia così invasiva che sta portando morte e disastri in tutto il mondo. Se mi risponde che il virus non esiste, mi verrà da abbracciare lo struzzo che mi trovo davanti, per dirgli in un orecchio che, sebbene nasconda con ostinazione la testa sotto terra, il suo corpo rimane esposto a tutti gli attacchi. Gli direi che faccia attenzione e cacci fuori la testa per guardare in faccia a una realtà che è più semplice e profonda di quanto pensi.

La mattina mentre mi vesto e faccio colazione ascolto la radio. Da Radio 3 mi arrivano le voci di Prima pagina, utilissime per capire l'aria che tira. Di solito, poi, mi metto a scrivere e quindi chiudo. Ma stamattina ho proseguito di poco l'ascolto: Sofia, una ragazza italiana raccontava come è entrata in corrispondenza con Mike, un condannato del braccio della morte in America. Si scrivono lettere, sebbene non si conoscano. Ma dalla corrispondenza nasce una amicizia commovente. I due prima sono impacciati, trovandosi così diversi, così lontani, con un destino che va in direzioni opposte. Eppure piano piano le loro voci si fanno fiduciose, i loro discorsi confidenti, le loro parole affettuose. Ecco che lui parla della malattia che incombe, ma senza paura, con il coraggio di chi sa che la morte lo aspetta dietro la porta.

Lei pure gli parla della malattia, ma con la voce serena di una persona saggia e razionale che è capace di provare empatia e comprensione per chi soffre. Si rimane stupiti dalle meraviglie che possono compiere la curiosità e l'amicizia. Sentimenti poco coltivati in questo momento di sospetti e odi insensati. Sofia e Mark ci insegnano come potrebbe essere usato il social, che permette conoscenze lontane, complicità, affiatamento, ricerca intelligente dell'altro. Due voci che, con semplicità e umanità, riescono a superare gli oceani e le pandemie, invitandoci a creare reti di intesa.