sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Andrea Camurani


Corriere della Sera, 28 ottobre 2021

 

Don David Maria Riboldi ha organizzato per sabato un'iniziativa a cui ha invitato società civile e associazioni. La prima fermata utile è a oltre un chilometro di distanza dalla casa circondariale.

Il carcere non è raggiungibile dai mezzi pubblici e per chiedere l'attivazione della fermata dell'autobus il cappellano del penitenziario organizza un flash mob. Succede a Busto Arsizio dove si trova una delle due carceri presenti in provincia di Varese (l'altra, "i Miogni", è a ridosso del centro storico del capoluogo), struttura sorta in una zona periferica, molto vicina all'autostrada e dove risulta abbastanza comodo arrivarci in auto. Ma per chi è sprovvisto di un mezzo autonomo raggiungere la casa circondariale è faticoso: la prima fermata utile, infatti, è a oltre un chilometro di distanza dalla casa circondariale, al quartiere Sant'Anna. Per arrivare è necessario anche attraversare una strada trafficata dove non c'è, neppure sbiadito, il segno di un attraversamento pedonale. Un problema di cui ha parlato di recente anche il ministro della Giustizia Marta Cartabia, in visita lunedì scorso: "Con la sinergia di tutte le istituzioni è possibile migliorare le cose, ma soprattutto col contributo di ognuno. Mi dicono della difficoltà, anche qui a Busto Arsizio, nell'arrivare coi trasporti pubblici fino all'ingresso del carcere. Si tratta di piccole grandi decisioni che possono cambiare la vita delle persone".

E così, forte delle parole della ministra, la guida spirituale dei detenuti don David Maria Riboldi non ci ha pensato due volte e ha organizzato per sabato un'iniziativa a cui ha invitato società civile e associazioni che gravitano attorno al carcere (390 detenuti e circa 250 operatori) per chiedere l'attivazione del servizio di trasporto pubblico. "Ci troveremo il 30 ottobre alle 11.30 in via Collodi, nei pressi della prima fermata utile arrivare alla casa circondariale che raggiungeremo a piedi dimostrando le mille difficoltà da affrontare non solo per i detenuti, ma anche per famiglie e lavoratori sprovvisti di un mezzo proprio - spiega il cappellano -. Mi è capitato persino il giovedì Santo di dover sospendere le confessioni e lasciare i fedeli in fila per accompagnare alla stazione un detenuto in uscita che fatica a deambulare".

A dire il vero la fermata del bus all'altezza di via per Cassano Magnago 102 (indirizzo del carcere) è un cavallo di battaglia del don, tanto che già lo scorso settembre era stata indirizzata alle istituzioni locali una lettera firmata dal garante dei detenuti e da quattro associazioni e cooperative ("Intrecci", "Associazione volontari assistenti ai carcerati e loro famiglie", "Oblò" e "Valle di Ezechiele") per sollevare il problema. Ma eravamo in campagna elettorale. Ora, con la riconferma del sindaco Emanuele Antonelli (FdI, anche presidente della Provincia), cosa succederà? "Stiamo lavorando sia come Provincia, sia come Comune per far avere la fermata del bus", spiega il primo cittadino. "Non è semplice far interagire i diversi enti interessati e anche per allungare la corsa di un pullman di linea vi sono parecchi passaggi. Mi prendo l'impegno di soddisfare la richiesta al più presto". Ma al flash mob ci sarà anche il sindaco? "Passerò per un saluto così da garantire di persona che la fermata al carcere si farà".