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ilfattonisseno.it, 15 agosto 2021


È stato necessario ricorrere ad un'azione di forza per porre fine alla manifestazione di protesta messa in atto da una ventina di detenuti rinchiusi nel carcere "Malaspina" di Caltanissetta che lamentavano il fatto di non potere abbracciare i loro familiari durante i colloqui settimanali. Una precauzione che è stata messa in atto con la collocazione di alcuni vetri divisori anche a seguito del riproporsi di alcuni contagi registrati recentemente dal covid 19 sia tra gli stessi reclusi e tra gli agenti di polizia penitenziaria.

La protesta è stata decisa quanto inaspettata nella tarda mattinata di giovedì quando i detenuti si sono "barricati" nei locali ubicati a primo piano ed hanno pure "bloccato" temporaneamente due agenti di custodia rifiutandosi al tempo stesso di entrare nelle loro celle ed impedendo al personale di servizio ed al magistrato di Sorveglianza di intervenire. Una iniziativa che ha visto tra i protagonisti diversi detenuti (provenienti dalle province di Catania e di Palermo, ma anche Nisseni, sicuracusani, campani e gelesi) e che si è di fatto conclusa ieri quando, vista vano ogni tentativo di persuasione al fine di porre fine alla protesta, il personale carcerario ha dovuto forzare i cancelli e porre fine ad una situazione che ha pure resa necessaria la convocazione del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza convocato dal prefetto Chiara Armenia e che si è riunito nella mattinata di ieri.

Subito dopo, con il supporto di altri reparti siciliani e dei poliziotti nisseni ha avuto luogo l'irruzione delle forze dell'ordine nei locali dove si erano asserragliati i detenuti "ribelli", per i quali è stato pure disposto immediatamente il trasferimento in altri istituti carcerari lontani da Caltanissetta.

Una "rivolta" che ha anche registrato l'intervento dei rappresentanti sindacali degli Agenti di Polizia penitenziaria. "Sono episodi - ha anche detto Rosario Di Prima coordinatore nazionale del Sinappe - che si verificano anche perché il numero degli agenti di custodia in servizio è insufficiente, a Caltanissetta ma anche negli altri istituti carcerari, che sono pure pieni "a tappo" di detenuti. Nonostante questo però le regole vanno rispettate e non si può permettere che si verifichino "abusi" di questo genere".

"Il carcere di Caltanissetta - ha sottolineato ancora Paolo Davide Scaduto, segretario regionale dell'Osapp - ha bisogno di altre risorse umane, materiali ed economiche, e purtroppo quelle disponibili non sono più sufficienti. Questo è il risultato di politiche di risparmio e di tagli che per un carcere come quello nisseno procurano danni all'ordine ed alla sicurezza dell'intera collettività. Chiediamo al Provveditore regionale ed alle autorità centrali l'assegnazione immediata di un direttore titolare per far fronte alle esigenze del carcere nisseno e di altro personale".