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di Paolo Cuozzo


Corriere del Mezzogiorno, 12 gennaio 2022

 

Per la dura repressione del 6 aprile 2020 si stabilisce se rinviare giudizio 108 tra agenti della penitenziaria e funzionari del Dap. Dopo la pausa per le festività natalizie, nell'aula bunker del tribunale di Santa Maria Capua Vetere è ripresa l'udienza preliminare del processo in cui sono imputati 108 tra agenti della Polizia penitenziaria e funzionari del Dap per le violenze ai danni dei detenuti avvenute nel carcere della stessa città del Casertano il 6 aprile 2020.

Il primo a denunciare i fatti due mesi dopo fu il garante regionale dei detenuti, Samuele Ciambriello. Nelle ore e nei giorni a seguire vennero poi a galla gli episodi di violenze, attuati per reprimere le rivolte scoppiate all'indomani dello stop ai colloqui con i familiari per via dell'emergenza Covid. I primi indagati furono quarantaquattro agenti, che incassarono però anche la solidarietà di Matteo Salvini.

Tre agenti imputati e un avvocato hanno sollevato legittimo impedimento perché affetti da Covid. Il Gup Pasquale D'Angelo dovrà decidere se rinviare a giudizio gli imputati, come richiesto dagli inquirenti, per i reati di tortura, lesioni, abuso di autorità, falso in atto pubblico, contestati a vario titolo, e cooperazione nell'omicidio colposo del detenuto algerino Lakimi Hamine (addebitato a 12 imputati).

Il giudice dovrà decidere se ammettere come parte civile gli 80 detenuti che hanno fatto richiesta in tal senso (ai 56 dell'ultima udienza se ne sono aggiunti altri 24), tre associazioni, il Garante campano dei detenuti, ed enti come l'Asl di Caserta e il ministero di Grazia e Giustizia, che ne avevano fatto richiesta alla prima udienza del 15 dicembre scorso e, anche sulla base delle eccezioni avanzate dagli avvocati degli imputati, se ammettere tali parti e soprattutto dovrà dirimere la questione tecnico-giuridica relativa al ministero di Grazia e Giustizia, che alcuni detenuti vogliono citare come responsabile civile, per cui il Dicastero di Via Arenula potrebbe trovarsi nella doppia veste di parte civile contro gli agenti imputati e di responsabile per le condotte degli stessi, chiamato dunque tanto a chiedere i danni ai poliziotti quanto a risarcire quelli provocati dagli stessi nelle esercizio delle loro funzioni. Intanto oggi altri 24 detenuti vittime di pestaggi hanno richiesto di potersi costituire parte civile (il termine per costituirsi scade con la dichiarazione di apertura del dibattimento) e su tali istanze il Gup D'Angelo deciderà nell'udienza del 25 gennaio prossimo.